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1 Dicembre, Giornata Mondiale contro l'AIDS |
È
da un po’ di tempo che mi occupo della tematica dell’AIDS, in particolare in
ambito artistico-letterario, e più nello specifico dell'America degli anni 80.
Dal
punto di vista storico e sociale, credo che sia stato uno degli eventi che più hanno segnato la fine del ventesimo secolo, portando ancora una volta alla
ribalta l’indifferenza, il silenzio e il disprezzo di cui sono capaci gli
uomini.
L’America
degli anni 80 è quella in cui Jesse Helms si schiera in senato contro gli
artisti controversi per tagliare loro i fondi federali, che sia il blasfemo
Andres Serrano con il Piss Christ o il “pedofilo” sadomasochista Mapplethorpe
con opere che possono variare dall’innocente coppia di bambini Honey and Rosey
al fisting di Helmut and Brooks. È lo stesso periodo in cui Reagan si chiude
nel suo silenzio, lasciando a se stessi i colpiti dal virus, senza cercare
soluzioni o aiutare la ricerca farmaceutica. Basti pensare che quando fu sviluppato
il primo farmaco contro l’HIV, il celebre AZT, in mancanza di una legislazione
adeguata, la FDA (Food and Drug Administration) fu costretta a cedere i diritti
di vendita ad un’azienda privata: la multinazionale Borroughs Wellcome, che si
mise a vendere il farmaco a prezzi così alti che quasi nessun malato poteva
permetterselo. La nascita di un conseguente mercato nero, e i rischi che esso
comportava, è un fatto quasi ovvio e al tempo stesso gravissimo.
Nel
volgere di pochi anni a partire dallo scoppio dell’epidemia (1981), l’AIDS stravolse
milioni di vite, in particolare nelle grandi metropoli come Los Angeles, San Francisco
e New York (“But by 1985, AIDS changed New York”, dirà Keith Haring). L’ignoranza
e la mancata comprensione della natura del virus portarono a vedere gli
omosessuali come le vittime principali e al tempo stesso il caprio espiatorio cui
addossare tutta la colpa. Le campagne omofobiche e le discriminazioni a oltranza
che seguirono denotano ancora oggi uno dei tratti salienti nella storia dell’epidemia
e la sensibilizzazione verso questi argomenti è la base su cui debbono
costruirsi le campagne di prevenzione.
Oggi,
1 Dicembre, è la giornata mondiale contro l’AIDS. Per celebrarla ho deciso di proporre due
poesie: “How to watch your brother die” di Michael Lassell e “In Memoriam D.K.”
di Adrienne Rich.
Entrambe
sono contenute nell’antologia “Poets for life: seventy-six poets respond to AIDS”
curata da Michael Klein nel 1989, in piena epoca attivista. Il libro, forte degli
illustri poeti americani che avevano contribuito alla sua realizzazione, vinse
anche il premio Lambda Book Award, per essere riuscito a cogliere pienamente
il segno umano della malattia. Leggerlo ancora oggi mette i brividi. “Communities make difference” recita lo
slogan della giornata mondiale contro l’AIDS, qual miglior modo allora di
celebrare le comunità impegnate nella lotta se non con un libro nato in seno ad
esse?
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He kills me, Donald Moffett, 1987. Metropolitan Museum of New York. "He kills me...", Reagan mi uccide: con il suo silenzio... |
Come guardare
tuo fratello morire, di Michael Lassell.
Quando la
chiamata arriva, mantieni la calma.
Di' a tua
moglie, "Mio fratello sta morendo.
Devo prendere
un aereo per la California".
Prova a non
rimanere scioccato che lui somigli già ad un cadavere.
Di' al giovane
uomo che siede al suo fianco,
"Sono suo
fratello".
Prova a non
rimanere scioccato quando il giovane uomo dice,
"Sono il
suo fidanzato. Grazie per essere venuto."
Ascolta il
dottore con una faccia impassibile.
Firma i moduli
necessari.
Di' al dottore
che ti prenderai cura di tutto.
Immagina
perché i dottori siano così distaccati.
Guarda gli
occhi del suo amato fissare
gli occhi di
tuo fratello come si fissa il vuoto.
Immagina cosa
ci vedano lì dentro.
Ricorda del
tempo in cui era geloso
e ti aprì le
sopracciglia con uno spillo.
Perdonalo ad
alta voce
anche se non
ti può sentire.
Realizza che
la cicatrice
sarà l'unica
cosa che ti rimarrà di lui.
Durante un
caffè nel bar dell'ospedale
Di’ al suo
amato, "Sei davvero un bell'uomo".
Ascoltalo
rispondere,
"Non
avrei mai pensato di essere
abbastanza
bello da meritare tuo fratello".
Guarda le
lacrime scendere dai suoi occhi.
Di', "mi
dispiace. Non so cosa significhi
amare un altro
uomo".
Ascoltalo rispondere,
"è come
con una donna, solo l'impegno
è maggiore
perché le avversità saranno molto più grandi."
Non dire
nulla, ma prendigli la mano come un fratello.
Guida fino in
Messico per delle medicine non testate
che potrebbero
aiutarlo a vivere più a lungo.
Spiega cosa
siano alla guardia di frontiera.
Senti la
rabbia assallirti quando ti informa,
"Non puoi
portare queste cose dall'altra parte".
Comincia a
diventare insistente.
Senti la mano
dell'amato sulle tue braccia
che ti
stringono. Guarda negli occhi della guardia
quanto un uomo
possa odiare un altro uomo.
Chiedi
all'amato, "Come puoi sopportare tutto questo?"
Ascoltalo
rispondere, "Ci fai l'abitudine."
Pensa ad uno
dei tuoi figli che si abitua
all'odio di un
altro uomo.
Chiama tua
moglie al telefono. Dille,
"Non gli
rimane molto tempo.
Sarò a casa
presto". Prima di riattaccare dici,
"Come può
qualsiasi impegno essere più forte
di quello tra
marito e moglie?". Ascoltala rispondere,
"Per favore.
Non voglio sapere tutti i dettagli".
Quando lui
cade in un coma irreversibile,
stringi il suo
amato fra le tue braccia mentre singhiozza,
poiché non
sarà mai più forte. Immagina per quanto tempo
riuscirai tu
ad essere forte.
Senti come ci
si sente a stringere un uomo fra le tue braccia
le cui braccia
sono abituate a stringere altri uomini.
Offri a Dio
qualsiasi cosa per ridarti indietro tuo fratello.
Sappi già che
non c'è niente che Dio possa volere.
Maledici Dio,
ma non abbandonarLo.
Fissa
l'impresario delle pompe funebri
quando ti dice
che non imbalsamerà la salma
per paura del
contagio. Lascia che veda nei tuoi occhi
quanto un uomo
possa odiare un altro uomo.
Rimani dietro
una bara coperta di fiori,
fiori bianchi.
Di’,
"Grazie
per essere venuto," a ciascuno dei settecento uomini
che fanno la
fila in lacrime, alcuni tenendosi per mano.
Sappi che la
vita di tuo fratello non è quella che immaginavi.
Origlia due
persone dire, "immagino chi sia il prossimo" e
"Non mi
interessa più niente
purché non si
tratti di te".
Sistema le tue
cose per un volo presto a casa.
Il suo amato
ti guiderà all'aeroporto.
Quando il tuo
volo viene annunciato di',
imbarazzato,
"se posso fare qualunque cosa per te,
per favore,
fammi sapere". Non sobbalzare quando lui risponde,
"Perdona
te stesso per non averlo voluto conoscere
dopo che lui
te l'ha detto. Lui lo ha fatto".
Fermati e
assesta il colpo. Di',
"Mi ha
perdonato o si è conosciuto?"
"Entrambi",
l'amato dirà, non sapendo che altro fare.
Stringilo come
un fratello mentre ti bacia sulla guancia.
Pensa che non
sei più stato baciato da nessun uomo
dopo che tuo
padre è morto. Pensa,
"non è
questo il momento per essere forti".
Vola in prima
classe e bevi Scotch. Tocca
il tuo
sopracciglio mozzato con un dito
e pensa a tuo
fratello da vivo. Sorridi
in suo ricordo
e pensa
come i tuoi
bambini si sentiranno nelle tue braccia
calorose e
amichevoli e senza sfide."
In
Memoriam D.K., Elegia per David Kalstone, di Adrienne Rich
“Un
uomo che cammina per strada
si
sente malato, si è sentito malato
tutta
la settimana, un po'...
ancora
i fiori riempiono
i
vasi all'angolo: anemoni non ancora sbocciati:
lui
sa che si apriranno
rossi,
viola, rosa, gialli
fino
in fondo ai loro nuclei di velluto.
I
fiori appesi allo steccato, delle fucsia,
che
si aprono con tutti i loro petali, brulicanti di vita.
Lui
che è stato felice più spesso che triste,
inconscientemente
felice,
bene
più spesso che male,
uno
dei fortunati sta pensando alla morte
e
alla sua musica, alla poesia,
alle
sue traduzioni nella vita...
E
a che servirà per te andare a casa e mettere il Requiem di Mozart?
Leggere
Keats? Come ti curerà la cultura?
Povera,
infelice, malata cultura, cosa può essa cantare o dire di qui a sei settimane,
per te?
Dammi
la tua mano viva...
Se
potessi prendere l'ora che la morte ha messo dentro di te,
non
dichiarata, non nominata
-
anche se, caro, se potessi prendere quell'ora
con
le mie pinze, strapparla via come un mostro
estrarla
con violenza dalla tua carne,
dissolvere
la sua forma nella calce viva
e
farti sentire di nuovo meglio
no,
non di nuovo
ma
ancora..."
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Ignorance = Fear, Keith Haring, 1989. Poster per la coalizione ACT UP, per combattere il silenzio e la paura che seguono l'epidemia di AIDS. |
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